Cinque giorni nel golfo di Saint Tropez (parte seconda)

Una mail e un paio di telefonate mi annunciano, mentre sono ancora immerso nelle ferie di metà agosto, che devo partire per Saint Tropez per riparare, in una giornata, l'impianto di monitoraggio di una barca. In realtà i giorni di lavoro saranno tre e mezzo.

Il cibo in Francia

Un incubo. Il primo giorno pranziamo in un bar del centro commerciale vicino al cantiere. Sperando di andare sul sicuro prendo una pizza prosciutto e funghi. Quanti modi ci saranno di fare la pizza? Sicuramente c'è quello francese: impasto dei biscotti, pomodoro disidratato e formaggio tipo sottilette. Che delusione! Non parliamo poi del caffè: tazzina piena fino all'orlo di un liquido nero che sa di acqua. Nemmeno chiedendo il caffè ristretto si riesce ad ottenere qualcosa di simile alla roba italiana*.

La sera ci accorgiamo che sotto l'albergo c'è un ristorante italiano chiamato "Gustò" che io, parlando con l'albergatore, pronuncio con l'accento sulla "o" e lui che mi corregge pronunciandolo senza accento. Ma come? Mettete l'accento finale su ogni parola e quando c'è non la mettete? Lo chef è napoletano e per fortuna sembra di mangiare in Italia. Pure il caffè è passabile.

Decidiamo di arrangiarci per il pranzo dei giorni seguenti. Si va al supermercato a comprare sei baguettes e un po' di confezioni di prosciutto crudo (60 euro al kg). Lama nuova sul taglierino per tagliare il pane e via con il pranzo "all'italiana" in cantiere.

E se vuoi una birra fresca da portare in cantiere? Non puoi. La birra alla spina è fredda ma puoi consumarla solo nel bar; quella in bottiglia è solo calda. Mi pare di aver capito che sia così per legge.

L'ultima sera cambiamo locale ma rischiamo di rimanere senza cenare visto che la vita a Cogolin si ferma un minuto dopo le 21. Fortunatamente troviamo un ristorante pizzeria col menù pseudo italiano pieno di errori di ortografia: "osso bucco", "pizza margharita"... Faccio il coglione ed ordino un altra pizza immaginando che non tutti in Francia facciano la pizza con l'impasto dei biscotti. Sbagliavo. Altra pizza schifosa.

Una nota sui vini. Quando chiedi vino bianco ti guardano stupiti e ti rispondono "Rosé". Quando chiedi vino rosso ti guardano stupiti e ti rispondono "Rosé". Non capivo, finché non mi sono trovato nella corsia alcolici di un supermercato: in Italia abbiamo la corsia piena di bottiglie di qualunque tonalità. Dal giallo canarino al giallo paglierino. Dal rosso acceso al marrone scuro. In Francia vedi una scaffalatura con centinaia di bottiglie di decine di marche diverse tutte con la stessa tonalità rosata. Sommellier è un termine francese ma credo che là non ci siano visto che non ci vuole un esperto per capire di che vino si tratta... un po' come il bidet inventato e non utilizzato in Francia.


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* Scena all'autogrill di Ventimiglia: ci fermiamo appena passato il confine proprio per prendere il primo caffè in Italia. A fianco a me un gruppo di ragazzi chiede a loro volta il caffè specificando che hanno bisogno di quello buono perché sono stati due settimane in Francia... Chissà quanti caffè vende l'autogrill di Ventimiglia...

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