Libri per bambini

Mofy oggi ci insegna a contare...

Una luna; Due orecchie a cuore;

Tre ghiande; Quattro amici (al bar?);


Cinque stelle.

Ma non c'era nulla di meglio per il quinto esempio? Proprio cinque stelle? Tre stelle e cinque ghiande non va meglio?

Che belli gli RFID!

Cos'ha di particolare quella cintura della Lumberjack?

Vediamo le sue caratteristiche:
  • E' di pelle;
  • E' di colore nero;
  • E' lunga 110 cm;
  • E' stata acquistata durante i saldi al Globo di Forlì;
  • Fa suonare i rilevatori antitaccheggio alla Coop dell'Esp di Ravenna e all'Iper di Savignano. (Nota Bene: non fa suonare quelli del Globo).
La cassiera della Coop mi ha detto di passare comunque senza che cercassi di capire che cosa stava facendo suonare l'antitaccheggio. Quindi a che serve l'impianto antitaccheggio se poi non effettui i controlli? Serve solo a farmi fare la figura da ladro dei supermercati.

La casseria dell'Iper, un poco più ligia al rispetto delle regole, mi ha fatto togliere il giubbotto senza risolvere il problema. Di mia iniziativa, mi sono poi tolto la cintura (ultimo acquisto fatto, comunque più di un mese fa) ed ecco scoperto cosa fa suonare l'antitaccheggio ai supermercati. Anche qui bella figura da ladro dei supermercati ma almeno ho capito dove sta il problema.

Il problema è nelle foto qui sotto. Un'etichetta con tanto di circuito RFID all'interno del nastro di pelle che tiene la fibbia.


Aratro per scassinatori


Fantasiosa traduzione trovata oggi su internet sotto la foto di un grosso aratro trainato Nardi. Letteralmente un "aratro stirato da furto".

Subito mi è saltata all'occhio la traduzione di scasso (per i non addetti è un sinonimo di aratura profonda) con la parola "burglary" che sta a significare "furto con scasso". Il significato agricolo di scasso si dovrebbe tradurre con "trench". L'aratro da scasso dovrebbe essere un "trench plough".

Navigando su www.wordreference.com alla ricerca di tutti i significati delle singole parole, mi sono soffermato sull'aggettivo "pulled" che non viene normalmente usato col significato di "tirato" o "trainato" anche se il verbo "to pull" significa appunto "tirare": "pulled"  sifgnifica "stirato" o "sfilacciato". L'aggettivo "trainato", nel caso dell'aratro, va invece tradotto con "drawn" o, più correttamente, bisognerebbe descrivere l'aratro come un "wheeled plough" ovvero con un aratro con ruote.

Modifiche all'alimentatore ATX (2)

Mi è capitato fra le mani un altro alimentatore ATX e dato che ora è più veloce cercare su internet ho deciso di studiare meglio l'integrato TL494 cuore di quasi tutti gli ATX. L'obiettivo è di realizzare qualcosa di più flessibile rispetto al primo tentativo di ben 8 anni fa.

La faccio breve: il TL494 ha alcuni ingressi da tenere sott'occhio.
Il pin 1 è generalmente utilizzato come regolazione di tensione: qui va collegato un partitore resistivo che riporta la tensione di uscita all'integrato.
Il pin 2 è il riferimento con cui verrà comparato il pin 1.
Il pin 4 è un ingresso che blocca l'integrato in caso di sovratensioni.
I pin 15 e 16 fanno esattamente la stessa cosa dei pin 1 e 2 ma generalmente sono utilizzati per limitare la corrente di uscite tramite un altro gioco di partitori resitivi.

Per prima cosa isolo il pin 4 dal resto del circuito e lo collego a massa con una resistenza da 2.2kohm. In questo modo dovrei aver annullato ogni sua funzione per evitare di trovare l'alimentatore involontariamente in protezione.


Nell'alimentatore ATX originale, sul pin1 arriva una parte della 5V di uscita che è l'unica tensione stabilizzata. Come l'altra volta, a me interessa stabilizzare l'uscita a 12V e tentare di creare un alimentatore a tensione variabile con un potenziometro di regolazione.
Scollego quindi il pin 1 dal resto del circuito e vado a collegare sul pin due resistenze variabili da 10kohm: quella verso massa è un trimmer regolabile con cacciavite e che dovrà essere resa inaccessibile una volta regolata; quella verso l'uscita a 12V è un potenziometro con manopola di regolazione da utilizzare una volta ultimato l'alimentatore per regolare la tensione di uscita. Agendo sulla prima resistenza si sceglie invece il range tensione dell'uscita durante la fase di taratura dell'alimentatore. Durante la taratura occorre fare molta attenzione ed evitare di porre entrambe le resistenze variabili a zero*. Giocando coi valori di resistenza sono riuscito ad arrivare anche a 30V ma, già sopra ai 20V, ho notato che l'alimentatore va in difficoltà ed inizia ad essere rumoroso a dimostrazione del fatto che stiamo pretendendo troppo da una cosa progettata per 12V. Nella bibliografia a fine articolo viene indicato come modificare il trasformatore per arrivare senza difficoltà a 30V.

Una raccomandazione: prima di fare prove alzando la tensione è necessario eliminare i condensatori elettrolitici dalle uscite a +5V, -5V e -12V in quanto anche quest'ultime aumentaranno la propria tensione e i condensatori esploderanno. Il consensatore dell'uscita a +12V va invece sostituito con uno in grado di sopporate una tensione di 35V. Io mi sono dimentato di sostituire quello nella linea a -12V ed ho sentito una bella botta appena superati i 26V.

L'alimentatore variabile porta con se anche il problema della ventilazione. Originariamente la ventola è alimentata dalla 12V che ora è diventata una tensione variabile da 2.5V a 20V: la ventola non può quindi funzionare in maniera regolare. Per questo motivo è stato necessario recuperare un piccolo trasformatore 220V - 12V da 5W e un ponte di diodi per dare alimentazione costante alla ventola. L'operazione più difficile è stato trovare lo spazio e il modo di fissare il trasformatore alla scatola: nel mio caso ho optato per avvitarlo al coperchio.





L'alimentatore variabile è stato poi completato con un paio di boccole per l'innesto delle banane e dal led verde di segnalazione alimentato (tramite resistenza da 180 ohm) dalla tensione di stand-by sempre presente e sempre stabile a 5V nonostante le mie modifiche agli altri stadi dell'alimentatore.

Bibliografia fondamentale

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* Un ringraziamento al lettore che mi ha fatto notare il possibile problema.

Chiamata di emergenza in auto

Notizia un po' vecchia (fine di marzo) ma che mi è tornata in mente dopo aver ricevuto una mail pubblicitaria del servizio OnStar legato alla mia Opel Corsa BiColor.

La notizia è che dal 31 marzo 2018 le nuove automobili devono avere un sistema di chiamata automatica di emergenza. La mia Opel Corsa, nella versione BiColor ha già un servizio equivalente chiamato OnStar che il concessionario mi h fatto attivare nonostante il mio disinteresse per la cosa. Nel mio caso, il primo anno di servizio è compreso nel prezzo di acquisto dell'auto ma presumo che ci sia stato sicuramente qualche cliente Opel ad aver acquistato a parte l'optional.

Tutto bellissimo, se non fosse che, PSA, nuovo proprietario di Opel ha da poco tagliato i ponti con l'azienda che fornisce OnStar (legata a General Motors) anche per le auto già vendute incuranti di chi ha pagato questo servizio pensando di essersi garantito un minimo di sicurezza in più.

In tutte le email che ricevo da OnStar è quindi presente il seguente avviso.


Chiudo raccontanto un fatto che mi è capitato col sistema equivalente della BMW che mette alla luce quanto questi servizi sono fatti male.
Sulla A14, all'altezza di Riccione, incontriamo un'auto ferma in testa coda. Decidiamo di provare la chiamata di emergenza verso la BMW.
Alcuni squilli di attesa poi messaggino di cortesia, infine parliamo con un operatore ma siamo già a Rimini Sud. All'operatore raccontiamo l'accaduto specificando di stare bene e che l'incidente era a Riccione non nell'attuale posizione dell'auto. Infine l'incubo: l'operatore chiede il cognome di chi ha fatto la segnalazione e il mio compagno di viaggio, con un cognome dal suono non proprio chiarissimo, si vede costretto a ripetere lettera per lettera il proprio cognome. Mentre siamo già arrivati a Rimini Nord, l'avventurosa telefonatas si chiude  con la nostra convinzione di aver fatto una buona azione.
Siamo ormai all'altezza del casello di Forlì quando il mio compagno di viaggio riceve una chiamata dalla Polizia di Rimini che chiedono ragguagli sull'incidente che lo coinvolgerebbe in A14 all'altezza di Rimini Nord in quanto sono stati chiamati dall'operatore della BMW. Dopo aver spiegato che stiamo bene, che abbiamo solo visto un incidente e che la segnalazione era stata fatta all'altezza di Riccione, il poliziotto si congeda dicendo che le segnalazioni vanno fatte agli enti preposti e non ai call center.

Girare le ruote della Corsa

Ho da poco passato i 15.000 km con la mia Opel Corsa ed è arrivato il momento di scambiare le ruote tra asse posteriore e anteriore per uniformarne l'usura.

Ma prima diamo una letta al manuale di uso e manutenzione:
Raccomandiamo di non scambiare le ruote anteriori con le posteriori e viceversa, poiché porebbe incidere sulla stabilità del veicolo. Sull'assale posteriore montare sempre gli pneumatici meno usurati.
Dopo un'attenta analisi posso dire: chissenefrega. Voglio sfruttare al massimo gli pneumatici e dunque procendo con lo scambio tra anteriore e posteriore.

Le quattro viti del cerchione sono coperte da altrettanti copribulloni plastici da rimuovere. Ma prima diamo una letta al manuale di uso e manutenzione:
Staccare i copribulloni con un cacciavite e rimuoverli. Per proteggere il cerchio, porre un panno morbido tra il cacciavite e il cerchio in lega.
Per una volta ho voluto provare a seguire il manuale: ho preso un cacciavite da elettricista (di quelli con lo stelo ricoperto di gomma isolante) e ho fatto leva sui copribulloni. Il copribullone, di plastica morbida si deforma irreparabilmente e il cerchio in lega si incide nonostante la gomma.
Prova eseguita, vi ho dato fiducia ma adesso faccio di testa mia: prendo delle normali pinze con la punta sottile e sfilo senza danni e senza problemi tutti gli altri copribulloni.


A inversione terminata, accendo l'auto e il sistema di monitaggio della pressione degli pneumatici è ovviamente invertito. Sapendolo, si può vivere tranquillamente ma ero curioso di scoprire con effettuare il nuovo apprendimento dei sensori.

Come funziona il TPMS (Tyre Pressure Monitoring System)? All'interno di ogni cerchio viene incollato un sensore di pressione in prossimità della valvola. Ogni sensore è alimentato da una propria batteria che speriamo duri il più a lungo possibile. Il sensore comunica la pressione via radio ad un ricevitore all'interno dell'auto. L'associazione tra il sensore e la posizione richiede un piccolo strumento radio trasmittente che può essere acquistato per una decina di euro su Amazon o su Ebay.

La procedura di associazione va avviata sull'auto che indicherà tramite l'accensione degli indicatori di direzione su quale cerchione posizionare il trasmettitore. L'unica difficoltà è posizionare correttamente l'antenna sul cerchione. Dopo alcuni tentativi, ho scoperto che sulla mia Opel, l'antenna va appoggiata sul bordo del cerchione in asse con la valvola e non sulla valvola come indicato dal manuale dello strumento.

C'è crisi

Questo è quanto ci si trova di fronte all'interno di una Cattedrale in provincia di Ancona.
Il locale è completamente buio e per poter ammirare l'arte e la storia contenuta al suo interno è necessario pagare.
E l'8x1000?